Pronunciamento non magisteriale
Documento Dicasteriale
Indisponibilità e inviolabilità della vita
47. « L’inviolabilità della persona, riflesso dell’assoluta inviolabilità di Dio stesso, trova la sua prima e fondamentale espressione nell’inviolabilità della vita umana ».109 « La domanda “Che hai fatto?” (Gn 4, 10), con cui Dio si rivolge a Caino dopo che questi ha ucciso il fratello Abele, traduce l’esperienza di ogni uomo: nel profondo della sua coscienza, egli viene richiamato alla inviolabilità della vita della sua vita e di quella degli altri come realtà che non gli appartiene, perché proprietà e dono di Dio Creatore e Padre ».110
Il corpo partecipa, indivisibilmente dallo spirito, della dignità propria, del valore umano della persona: corpo-soggetto non corpo-oggetto, e come tale indisponibile e inviolabile.111
Non si può disporre del corpo come di un oggetto di appartenenza, così come non lo si può manipolare come una cosa o uno strumento di cui si è padroni e arbitri.
Ogni improprio intervento sul corpo è offesa alla dignità della persona e perciò a Dio, che ne è l’unico e assoluto Signore: « L’uomo non è padrone della propria vita, ma la riceve in usufrutto; non ne è proprietario, ma amministratore, perché Dio solo è Signore della vita ».112
48. L’appartenenza a Dio, e non all’uomo, della vita, le conferisce quel carattere sacro, che suscita un atteggiamento di profondo rispetto: « La vita umana è sacra perché fin dal suo inizio comporta “l’azione creatrice di Dio” e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine. Solo Dio è il Signore della vita dal suo inizio alla sua fine: nessuno, in nessuna circostanza, può rivendicare a sé il diritto il distruggere direttamente un essere umano innocente ».113
L’attività medico-sanitaria è anzitutto a servizio e a tutela di questa sacralità: una professione a difesa del valore non-strumentale della vita, che è un bene in sé.114 « La vita dell’uomo proviene da Dio, è suo dono, sua immagine e impronta, partecipazione del suo soffio vitale. Di questa vita, pertanto, Dio è l’unico signore: l’uomo non può disporne ».115
49. Questo va affermato con particolare vigore e recepito con vigile consapevolezza in un tempo di invasivo sviluppo delle tecnologie biomediche, in cui aumenta il rischio di una abusiva manipolazione della vita umana. Non sono in discussione le tecniche in se stesse, ma la loro presunta neutralità etica. Non tutto ciò che è tecnicamente possibile può ritenersi moralmente ammissibile.
Le possibilità tecniche devono misurarsi con la liceità etica, che ne stabilisce la compatibilità umana, ossia il loro effettivo impiego a tutela e rispetto della dignità della persona umana.116
50. La scienza e la tecnica spostano ogni giorno più avanti le loro frontiere, ma « non possono da sole indi- care il senso dell’esistenza e del progresso umano. Essendo ordinate all’uomo da cui traggono origine e incremento, attingono dalla persona e dai suoi valori morali l’indicazione delle loro finalità e la consapevolezza dei loro limiti ».117 È per questo che la scienza deve essere alleata della sapienza.118