Pronunciamento non magisteriale
Documento Dicasteriale
Prevenzione
67. La tutela della salute impegna l’operatore sanita- rio anzitutto nel campo della prevenzione.
Prevenire è meglio che curare, sia perché evita alla persona il disagio e la sofferenza della malattia, sia perché esime la società dai costi, non solo economici, della cura.
68. La prevenzione propriamente sanitaria, che consiste nella somministrazione di particolari farmaci, nella vaccinazione, nel compimento di esami-screening per l’accertamento di predisposizioni, nella prescrizione di comportamenti e abitudini miranti ad evitare l’insorgenza, la diffusione o l’aggravamento di malattie, compete essenzialmente agli operatori.
Può essere diretta a tutti i membri di una società, a fasce di persone o a singoli individui, come è il caso della medicina scolastica.
Prevenzione e vaccini
69. Dal punto di vista della prevenzione di malattie infettive, la messa a punto di vaccini e il loro impiego nella lotta contro tali infezioni, mediante una immunizzazione obbligatoria di tutte le popolazioni interessate, rappresenta indubbiamente una condotta positiva.
La preparazione di alcuni vaccini a volte si avvale di “materiale biologico” di origine illecita, come, ad esempio, nel caso di linee cellulari provenienti da feti volontariamente abortiti. I problemi etici sono qui riconducibili alla cooperazione al male e allo scandalo, a motivo di un disordine grave contro la vita e contro l’integrità proprie di ogni essere umano.151
È doveroso che tutti manifestino disaccordo con l’utilizzo di materiale biologico di origine illecita per la preparazione dei vaccini e chiedano ai sistemi sanitari di mettere a disposizione altri tipi di vaccini.152
70. In alcuni casi, i ricercatori impiegano “materiale biologico” di illecita provenienza, non direttamente prodotto da coloro che ne fanno uso, ma acquistato in commercio; in tali situazioni, potrebbe essere invocato il criterio di indipendenza, cioè l’assenza di una qualche connessione prossima a pratiche illecite. Tuttavia, i ricercatori, nella loro attività professionale, hanno il dovere di evitare lo scandalo. Da qui, pertanto, « il dovere di rifiutare quel “mate- riale biologico” anche in assenza di una qualche connessione prossima dei ricercatori con le azioni dei tecnici della procreazione artificiale o con quella di quanti hanno procurato l’aborto, e in assenza di un previo accordo con i centri di procreazione artificiale scaturisce dal dovere di separarsi, nell’esercizio della propria attività di ricerca, da un quadro legislativo gravemente ingiusto e di affermare con chiarezza il valore della vita umana ».153
In questo quadro generale esistono naturalmente responsabilità differenziate, cosicché gravi ragioni potrebbero essere moralmente proporzionate per l’utilizzo di tale “materiale biologico”, fermo restando il dovere da parte dei ricercatori di manifestare disaccordo al riguardo e di cercare di usare materiale biologico non di origine illecita.154
Prevenzione sanitaria e società
71. C’è anche una prevenzione sanitaria in senso ampio, in cui l’azione dell’operatore sanitario è solo una componente dell’intervento preventivo messo in atto dalla società.
È la prevenzione da esercitare nei confronti delle malattie cosiddette sociali,  come la tossico dipendenza, l’alcoolismo, il tabagismo.
Ancor più dicasi per una corretta e appropriata prevenzione che gli operatori sanitari sono chiamati a mettere in atto, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, in riferimento alle malattie a trasmissione sessuale, ivi compresa, per quanto attiene alla suddetta modalità di infezione, alla diffusione del virus HIV.
72. Ugualmente particolare attenzione deve esse- re riservata alla prevenzione dei disagi di fasce sociali d’individui – come gli adolescenti, i portatori di handicap, gli anziani – e dei rischi per la salute connessi con il vivere odierno, in relazione all’alimentazione, all’ambiente, alle condizioni di lavoro, all’ambito domestico, allo sport, ecc..
In questi casi, l’intervento preventivo è il rimedio prioritario e più efficace, se non proprio l’unico possi- bile. Esige, però, l’azione concomitante di tutte le forze operanti nella società.
Prevenire qui è più che atto medico-sanitario. Si tratta di incidere sulla cultura, attraverso il recupero di valori sommersi e l’educazione ad essi, la diffusione di una concezione più sobria e solidale della vita, l’informazione sulle abitudini a rischio, la formazione del consenso politico per una legislazione di supporto.
La possibilità effettiva ed efficace della prevenzione è legata non solo e primariamente alle tecniche di attuazione, ma alle motivazioni che la sostengono e alla loro concrezione e diffusione culturale.