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Pronunciamento non magisteriale

16 Febbraio 2017

Documento Dicasteriale

La fedeltà alla vita, dono di Dio, nel suo termine così come nel suo sorgere, nel suo fiorire e nel suo declinare è un impegno per ogni uomo e ogni donna di buona volontà, ma senza dubbio « peculiare è la responsabilità affidata agli operatori sanitari: medici, farmacisti, infermieri, cappellani, religiosi e religiose, amministratori e volontari. La loro professione li vuole custodi e servitori della vita umana. Nel contesto culturale e sociale odierno, nel quale la scienza e l’arte medica rischiano di smarrire la loro nativa dimensione etica, essi possono essere talvolta fortemente tentati di trasformarsi in artefici di manipolazione della vita o addirittura in operatori di morte. Di fronte a tale tentazione la loro responsabilità è oggi enormemente accresciuta e trova la sua ispirazione più profonda e il suo sostegno più forte proprio nell’intrinseca e imprescindibile dimensione etica della professione sanitaria, come già riconosceva l’antico e sempre attuale giuramento di Ippocrate, secondo il quale ad ogni medico è chiesto di impegnarsi per il rispetto assoluto della vita umana e della sua sacralità ».316

Dio, amante della vita, l’ha affidata alle mani dell’uomo perché ne sia appassionato custode. Per rispondere a questa vocazione esaltante è necessaria la disponibilità a sperimentare una conversione intima, a purificare il cuore e a trovare uno sguardo nuovo. « È lo sguardo di chi vede la vita nella sua profondità, cogliendone le dimensioni di gratuità, di bellezza, di provocazione alla libertà e alla responsabilità. È lo sguardo di chi non pretende d’impossessarsi della realtà, ma la accoglie come un dono, scoprendo in ogni cosa il riflesso del Creatore e in ogni persona la sua immagine vivente (cfr. Gn 1, 27; Sal 8, 6). Questo sguardo non si arrende

sfiduciato di fronte a chi è nella malattia, nella sofferenza, nella marginalità e alle soglie della morte; ma da tutte queste situazioni si lascia interpellare per andare alla ricerca di un senso e, proprio in queste circostanze, si apre a ritrovare nel volto di ogni persona un appello al confronto, al dialogo, alla solidarietà. È tempo di assumere tutti questo sguardo, ridiventando capaci, con l’animo colmo di religioso stupore, di venerare e onorare ogni uomo ».317

 

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Tratto da

Introduzione- Ministri della vita -> Generare -> Vivere -> Morire -> Conclusione

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Etica