E’ il terzo libro della Fondazione Maffi. Dopo “Il dito medio di Romina” e “Io sono più di un algoritmo”, ecco “Con l’ottimismo della volontà” (Pacini Editore), a cura di Franco Luigi Falorni.
Il titolo deriva da un motto di Antonio Gramsci poi ripreso da don Tonino Bello. Il sottotitolo è ‘Percorsi di rivoluzione’.
L’idea di fondo che ha generato questo volume è esplicitare e valorizzare l’apporto del volontariato, inteso in un’accezione ampia, che collabora con realtà sociosanitarie professionali nella cura della fragilità, a partire dall’esperienza della Fondazione Casa Cardinale Maffi.
Perchè un libro che parla di volontariato?
“Questo è un libro, come i due precedenti, che mira a ‘grattare le coscienze’ – si legge nell’introduzione – e ha lo scopo, o meglio l’ambizione, di andare a parlare e promuovere il volontariato in tutti i contesti possibili: scuole, fabbriche, oratori, seminari, ospedali”. Attraversi i vari contributi di esperti si cerca di capire meglio lo stato di salute del volontariato oggi in Italia, senza mai dimenticarne il valore economico. “Un valore che si estrinseca nel definire nuovi modelli organizzativi di “appoggio”, per mantenere e addirittura migliorare i servizi, in previsione di una contrazione del welfare nazionale e territoriale e di altri ambiti come la cultura, l’ambiente, ecc”. La prima parte del libro dunque raccoglie interventi e riflessioni su Volontà, Volontariato e cambiamento.
C’è un modo di essere del volontariato – la gratuità e l’impegno concreto – che ha molto a che fare con la missione dell’intervento sociosanitario, infatti queste caratteristiche, assieme ad una professionalità specifica, sono necessarie, in qualche modo, anche nel lavoro professionale di cura. Siamo convinti che ci siano elementi dell’aver cura che raccomandano l’osmosi tra volontari e professionisti, per un arricchimento reciproco.
La seconda parte indaga il tema Ottimismo, Volontà e Volontariato nella Maffi attraverso una ricerca, realizzata in collaborazione con la Scuola Sant’Anna, che ha indagato l’impegno sociale nel contesto professionale. Abbiamo cercato di intuirne la correlazione nell’ambito professionale, tra impegno e motivazione, in una logica di benessere nel lavoro. E la ricerca ha rivelato “una fortissima voglia di volontariato nelle Case della Maffi”. La terza parte del libro è una narrazione di iniziative concrete quasi tutte legate alla Maffi, storie in cui la cura delle persone e le passioni si incontrano, nel segno del dono e della sua gratuità. Alla Maffi, l’apertura alle associazioni e al territorio è parte essenziale di quell’“uscire dai fortini per trasformarsi in tende” che la fondazione persegue per il bene proprio e per quello comune. Il valore della fragilità si dovrebbe riconoscere come qualcosa di prezioso per l’intero tessuto sociale perché, paradossalmente, funge da elemento di forza e coesione, tanto più in un’epoca di individualismo, conflitto e chiusura.
Ecco perché un libro che insiste sulla volontà, sulle motivazioni intrinseche, e sul volontariato, è necessario oggi.