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Documento magisteriale: il testo fa parte dei documenti con i quali la Chiesa custodisce e tramanda il suo insegnamento fondato sul depositum fidei

11 Febbraio 1984

Lettera apostolica

Come si vede dagli esempi riportati, nella Sacra Scrittura troviamo un vasto elenco di situazioni variamente dolorose per l’uomo. Questo elenco diversificato certamente non esaurisce tutto ciò che in tema di sofferenza ha già detto e costantemente ripete il libro della storia dell’uomo (questo è piuttosto un «libro non scritto»), ed ancor più il libro della storia dell’umanità, letto attraverso la storia di ogni uomo.
Si può dire che l’uomo soffre, allorquando sperimenta un qualsiasi male. Nel vocabolario dell’Antico Testamento il rapporto tra sofferenza e male si pone in evidenza come identità. Quel vocabolario, infatti, non possedeva una parola specifica per indicare la «sofferenza»; perciò, definiva come «male» tutto ciò che era sofferenza»22. Solamente la lingua greca e, insieme con essa, il Nuovo Testamento (e le versioni greche dall’Antico) si servono del verbo «pasko = sono affetto da …, provo una sensazione, soffro»; e grazie ad esso la sofferenza non è più direttamente identificabile col male (oggettivo), ma esprime una situazione nella quale l’uomo prova il male e, provandolo, diventa soggetto di sofferenza. Questa invero ha, ad un tempo, carattere attivo e passivo (da «patior»). Perfino quando l’uomo si provoca da solo una sofferenza, quando è l’autore di essa, questa sofferenza rimane qualcosa di passivo nella sua essenza metafisica.

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Tratto da

Capitolo II -> 7

Temi

Sofferenza
Nuovo testamento
Male