Percorsi tematici Giugno 27, 2022

Orizzonte e via dell’agire pastorale

«L’uomo, nella piena verità della sua esistenza, del suo essere personale ed insieme del suo essere comunitario e sociale […] è la prima strada che la Chiesa deve percorrere nel compimento della sua missione: egli è la prima e fondamentale via della Chiesa, via tracciata da Cristo stesso»[1]. Questo afferma Giovanni Paolo II nella lettera enciclica Redemptor Hominis del 1979, tracciando il percorso e l’orizzonte dell’agire della Chiesa nel mondo: la persona.

Ma cosa si intende con il termine persona? Quale dignità è inscritta nella natura umana? Perché tanta sollecitudine da parte della Chiesa nel custodire e proteggere la vita?

Nell’Istruzione “Dignitas Personae” della Congregazione per la dottrina della fede viene espressa chiaramente una visione della dignità umana fondata sulla natura stessa dell’uomo:

«il corpo di un essere umano, fin dai suoi primi stadi di esistenza, non è mai riducibile all’insieme delle sue cellule. Il corpo embrionale si sviluppa progressivamente secondo un “programma” ben definito e con un proprio fine che si manifesta con la nascita di ogni bambino»[2].

Non solo la ragione ci permette di cogliere l’intrinseca dignità dell’essere umano ma anche la fede illumina questa certezza iscritta nella legge morale naturale. Nella stessa Istruzione si mostra, infatti, la grandezza della dignità umana alla luce del mistero dell’incarnazione di Cristo.

«Il Figlio di Dio nel mistero dell’Incarnazione ha confermato la dignità del corpo e dell’anima costitutivi dell’essere umano. Il Cristo non ha disdegnato la corporeità umana, ma ne ha svelato pienamente il significato e il valore»[3].

Tale concetto è illustrato anche dalla Costituzione Pastorale “Gaudium et Spes”: «Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo»[4].

Questo mistero accomuna ogni uomo; ciascuno infatti “porta impressi in sé in maniera indelebile la propria dignità e il proprio valore”[5].

In questo orizzonte  valoriale, papa Francesco nella lettera enciclica “fratelli tutti” del 2020, mostra lo stretto legame che unisce la dignità della persona ad una dimensione altrettanto fondante la nostra natura umana: la fratellanza.

«Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità»[6]

Da questa visione deriva quella che è la vocazione profonda dell’uomo, la ragione ultima del suo valore e della sua dignità: l’amore.

«L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso, se non gli viene rivelato l’amore, se non s’incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente»[7].

Questo afferma Giovanni Paolo II nella Redemptor Hominis legando la vocazione all’amore al compimento salvifico del Signore Gesù.

La dignità della persona umana dovrebbe essere la stella polare capace di orientare i passi dell’uomo su un cammino in salita caratterizzato dallo sviluppo di nuove tecnologie biomediche. Le nuove acquisizioni scientifiche sono infatti capaci, come affermato nella “Donum Vitae” di «fornire prezioso servizio al bene integrale della vita e della dignità di ogni essere umano»[8] ma allo stesso tempo sono bisognose di attente valutazioni morali per evitare sviluppi che implichino «la soppressione di esseri umani o usino mezzi che ledono la dignità della persona oppure sono adottati per finalità contrarie al bene integrale dell’uomo»[9].

Già nel 1995 nella lettera enciclica “Evangelium Vitae” Giovanni Paolo II raccoglieva tutte queste istanze indicando nella promozione e tutela della dignità umana uno degli snodi centrali  della missione della Chiesa contemporanea.

«Ciascun uomo, proprio a motivo del mistero del Verbo di Dio che si è fatto carne[10], è affidato alla sollecitudine materna della Chiesa. Perciò ogni minaccia alla dignità e alla vita dell’uomo non può non ripercuotersi nel cuore stesso della Chiesa, non può non toccarla al centro della propria fede nell’incarnazione redentrice del Figlio di Dio, non può non coinvolgerla nella sua missione di annunciare il Vangelo della vita in tutto il mondo e ad ogni creatura»

A cura di Simone Masilla
salvatoresimone.masilla@unicatt.it

[1] RH14

[2] DP 4

[3] DP 7

[4] GS 22

[5] DP 6

[6] FT 8

[7] RH10

[8] DV3

[9] DV4

[10] cf. Gv 1, 14