SD14a
«Dio infatti ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna»27.
Queste parole, pronunciate da Cristo nel colloquio con Nicodemo, ci introducono nel centro stesso dell’azione salvifica di Dio. Esse esprimono anche l’essenza stessa della soteriologia cristiana, cioè della teologia della salvezza. Salvezza significa liberazione dal male, e per ciò stesso rimane in stretto rapporto col problema della sofferenza. Secondo le parole rivolte a Nicodemo, Dio dà il suo Figlio al «mondo» per liberare l’uomo dal male, che porta in sé la definitiva ed assoluta prospettiva della sofferenza. Contemporaneamente, la stessa parola «dà» («ha dato») indica che questa liberazione deve essere compiuta dal Figlio unigenito mediante la sua propria sofferenza. E in ciò si manifesta l’amore, l’amore infinito sia di quel Figlio unigenito, sia del Padre, il quale «dà» per questo il suo Figlio. Questo è l’amore per l’uomo, l’amore per il «mondo»: è l’amore salvifico.