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19. Per giustificare tale pratica, « si afferma frequentemente che la contraccezione, resa sicura e accessibile a tutti, è il rimedio più efficace contro l’aborto. L’obiezione, a ben guardare, si rivela speciosa. Di fatto la cultura abortista è particolarmente sviluppata proprio in ambienti che rifiutano l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione ».49 Senza dubbio contraccezione ed aborto, dal punto di vista morale, sono mali specificamente diversi, ma sono in intima relazione « come frutti di una medesima pianta ».50 La contraccezione utilizza tutti i mezzi a propria disposizione contro il sorgere di una nuova se, malgrado la contraccezione, la nuova vita sorge, essa viene molte volte rifiutata e abortita. La contraccezione, lungi dal far regredire l’aborto, trova in quest’ultimo il suo logico prolungamento.
20. Nell’ambito della contraccezione, particolare rilievo assume la sterilizzazione contraccettiva o antiprocreativa,51 la quale può essere volontaria o coattiva52.
In particolare, la sterilizzazione volontaria, sia permanente che temporanea, volta a conseguire direttamente l’infertilità, sia maschile sia femminile, è sempre moralmente illecita e da escludere,53 in quanto contraddice l’inviolabilità della persona e della sua integrità fisica precludendone l’apertura alla vita.54

Diverso è il caso della sterilizzazione connessa con un atto terapeutico, che non solleva problemi morali. Essa è legittima in base al principio di totalità, per il quale è lecito privare di un organo o della sua funzionalità una persona, quando esso è malato o è causa di processi patologici non altrimenti curabili. Occorre altresì che ci sia un prevedibile e ragionevole beneficio per il paziente e che egli stesso o gli aventi diritto abbiano dato il consenso.

21. La sterilizzazione coattiva è quella imposta da un’autorità a determinate persone o gruppi di persone per ragioni eugeniche come nel caso di prevenzione di malattie ereditarie, per la protezione della società come nel caso di stupratori recidivi  per la protezione di persone fragili o vulnerabili o per altre ragioni. Tale sterilizzazione, senza alcun carattere terapeutico, lede la dignità, l’integrità fisica della persona e il suo diritto a procreare nel matrimonio. Come tale è moralmente illecita.55
22. Gli operatori sanitari adeguatamente formati possono contribuire, secondo le opportunità loro proprie, a favorire una concezione umana e cristiana della sessualità, informando ed educando i giovani sui metodi naturali nel contesto più ampio di una sana educazione alla sessualità e all’amore, e rendendo accessibili ai coniugi le conoscenze necessarie per un comportamento responsabile e rispettoso della peculiare dignità della sessualità umana.56
Un grande aiuto per un corretto apprendimento dei metodi naturali può venire dalla istituzione di appositi Centri per la regolazione naturale della fertilità. Tali Centri « vanno promossi come un valido aiuto per la paternità e maternità responsabili, nella quale ogni persona, a cominciare dal figlio, è riconosciuta e rispettata per se stessa ed ogni scelta è animata e guidata dal criterio del dono sincero di sé ».57 Per queste ragioni, la Chiesa fa appello agli operatori sanitari perché, adeguatamente formati in questo specifico campo, si sen- tano responsabili nell’« aiutare effettivamente i coniugi a vivere il loro amore nel rispetto della struttura e delle finalità dell’atto coniugale che lo esprime ».58