Aborto e soppressione della vita nascente
51. L’inviolabilità della persona umana dal momento del concepimento proibisce l’aborto, in quanto soppressione della vita prenatale e costituisce una diretta violazione del diritto fondamentale alla vita dell’essere umano: « al frutto della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza, va garantito il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità e unità corporale e spirituale: “L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita” ».119
La soppressione volontaria della vita nascente costituisce, pertanto, un « abominevole delitto »:120 « l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. […] Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa ».121 L’eliminazione della vita del nascituro indesiderato è diventata un fenomeno assai diffuso, finanziato da denaro pubblico e facilitato da legislazioni permissive o che depenalizzano o legalizzano l’interruzione di gravidanza.122 Tutto questo porta fatalmente molti a non avvertire più alcuna responsabilità verso la vita nascente e a banalizzare l’aborto e disconoscerne la gravità morale.123
52. La Chiesa alza la sua voce a tutela della vita, in particolare di quella indifesa e disconosciuta, quale è la vita embrionale e fetale.124
La Chiesa, pertanto, chiama gli operatori sanitari alla fedeltà professionale, che non tollera alcuna azione soppressiva della vita, malgrado « il rischio di incomprensioni, di fraintendimenti, ed anche di pesanti discriminazioni »,125 che questa coerenza può comportare. La fedeltà medico-sanitaria delegittima ogni intervento, chirurgico o farmaceutico, diretto a interrompere la gravidanza in ogni suo stadio.
53. È comprensibile che, in certi casi, astenersi da pratiche abortive possa essere considerato in conflitto con beni ritenuti importanti, che si vorrebbero salvaguardare, come in caso di grave pericolo per la salute della madre, di gravi situazioni economico-sociali, o di una gravidanza originata da violenza sessuale.126
Non si possono disconoscere o minimizzare queste difficoltà e le ragioni che le sorreggono. Si deve, però, affermare anche che nessuna di esse può conferire il diritto di disporre della vita altrui, anche se in fase iniziale: la norma morale che proibisce la soppressione diretta di un essere umano innocente non conosce eccezioni.127
54. La delegittimazione etica riguarda ogni forma di aborto diretto in quanto atto intrinsecamente riprovevole. Quando l’aborto segue come conseguenza prevista, ma non intesa né voluta, di un atto terapeutico inevitabile per la salute della madre, questo è moralmente legittimo. L’aborto, in questo caso, è conseguenza indiretta di un atto in sé non abortivo.128
(119) S. GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 60: AAS
87 (1995), 469
(120) CONC. ECUM. VAT. II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 51. Cfr. BEATO PAOLO VI, Discorso ai partecipanti al XXIII Convegno nazionale dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (9 dicembre 1972): AAS 64 (1972), 776-779.
(121) GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 62: AAS
87 (1995), 472
(122) « Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, to- gliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un fine in se stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno » (PAPA FRANCESCO, Esort. ap. Evangelii gaudium, n. 213). Cfr. S. GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai partecipanti a un Convegno del « Movimento per la vita »,
n. 3: AAS 78 (1986), 266
(123) « Purtroppo, questo inquietante panorama, lungi dal restringer- si, si va piuttosto dilatando… si delinea e consolida una nuova situazione culturale, che dà ai delitti contro la vita un aspetto inedito e – se possibile – ancora più iniquo suscitando ulteriori gravi preoccupazioni: larghi strati dell’opinione pubblica giu- stificano alcuni delitti contro la vita in nome dei diritti alla li- bertà individuale e, su tale presupposto, ne pretendono non solo l’impunità, ma persino l’autorizzazione da parte dello Stato, al fine di praticarli in assoluta libertà ed anzi con l’intervento gratuito delle strutture sanitarie » (S. GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 4: AAS 87 [1995], 404). Cfr. CCC,
- 2271.
(124) « La sola ragione è sufficiente per riconoscere il valore invio- labile di ogni vita umana, ma se la guardiamo anche a partire dalla fede, “ogni violazione della dignità personale dell’essere umano grida vendetta al cospetto di Dio e si configura come offesa al Creatore dell’uomo” » (PAPA FRANCESCO, Esort. ap. Evangelii gaudium, n. 213).
(125) GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’Associazione Medici Cat- tolici Italiani (28 dicembre 1978): Insegnamenti I (1978), 439; cfr. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Dichiarazione
sull’aborto procurato, n. 24: AAS 66 (1974), 744.
(126) « Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su que- sta questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà » (PAPA FRANCESCO, Esort. ap. Evangelii gaudium, n. 214).
(127) Cfr. S. GIOVANNI PAOLO II, Lett. enc. Evangelium vitae, n. 57: AAS
87 (1995), 466; Congregazione per la Dottrina della Fede, Di-
chiarazione sull’aborto procurato, n. 14: AAS 66 (1974) 740.
(128) Cfr. PIO XII, Discorso al « Fronte della famiglia » e alle « Asso- ciazioni delle famiglie numerose » (27 novembre 1951): AAS 43 (1951), 859.