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Pronunciamento non magisteriale

16 Febbraio 2017

Documento Dicasteriale

Aborto e soppressione della vita nascente

51. L’inviolabilità della persona umana dal momento del concepimento proibisce l’aborto, in quanto soppressione della vita prenatale e costituisce una diretta violazione del diritto fondamentale alla vita dell’essere umano: « al frutto della generazione umana, dal primo momento della sua esistenza, va garantito il rispetto incondizionato che è moralmente dovuto all’essere umano nella sua totalità e unità corporale e spirituale: “L’essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita” ».119
La soppressione volontaria della vita nascente costituisce, pertanto, un « abominevole delitto »:120 « l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un disordine morale grave, in quanto uccisione deliberata di un essere umano innocente. […] Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa ».121 L’eliminazione della vita del nascituro indesiderato è diventata un fenomeno assai diffuso, finanziato da denaro pubblico e facilitato da legislazioni permissive o che depenalizzano o legalizzano l’interruzione di gravidanza.122 Tutto questo porta fatalmente molti a non avvertire più alcuna responsabilità verso la vita nascente e a banalizzare l’aborto e disconoscerne la gravità morale.123
52.  La Chiesa alza la sua voce a tutela della vita, in particolare di quella indifesa e disconosciuta, quale è la vita embrionale e fetale.124
La Chiesa, pertanto, chiama gli operatori sanitari alla fedeltà professionale, che non tollera alcuna azione soppressiva della vita, malgrado « il rischio di incomprensioni, di fraintendimenti, ed anche di pesanti discriminazioni »,125 che questa coerenza può comportare. La fedeltà medico-sanitaria delegittima ogni intervento, chirurgico o farmaceutico, diretto a interrompere la gravidanza in ogni suo stadio.
53.  È comprensibile che, in certi casi, astenersi da pratiche abortive possa essere considerato in conflitto con beni ritenuti importanti, che si vorrebbero salvaguardare, come in caso di grave pericolo per la salute della madre, di gravi situazioni economico-sociali, o di una gravidanza originata da violenza sessuale.126
Non si possono disconoscere o minimizzare queste difficoltà e le ragioni che le sorreggono. Si deve, però, affermare anche che nessuna di esse può conferire il diritto di disporre della vita altrui, anche se in fase iniziale: la norma morale che proibisce la soppressione diretta di un essere umano innocente non conosce eccezioni.127
54. La delegittimazione etica riguarda ogni forma di aborto diretto in quanto atto intrinsecamente riprovevole. Quando l’aborto segue come conseguenza prevista, ma non intesa né voluta, di un atto terapeutico inevitabile per la salute della madre, questo è moralmente legittimo. L’aborto, in questo caso, è conseguenza indiretta di un atto in sé non abortivo.128

Temi

Aborto