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Obiezione di coscienza
59. In presenza di una legislazione favorevole all’aborto, l’operatore sanitario « non può che opporre il suo civile ma fermo rifiuto ».135 L’uomo non può mai obbedire a una legge intrinsecamente immorale, come è il caso di una legge che ammettesse, in linea di principio, la liceità dell’aborto. Il valore dell’inviolabilità della vita e della legge di Dio che lo tutela, precede ogni legge positiva 136 Quando questa la contraddice, la coscienza afferma il suo diritto primario e il primato della legge di Dio: « Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini » (At 5, 29).
« Seguire la propria coscienza nell’obbedienza alla legge di Dio non è sempre una via facile. Ciò può comportare sacrifici e aggravi, di cui non è lecito disconoscere il peso; talvolta ci vuole eroismo per restare fedeli a tali esigenze. Tuttavia, è necessario proclamare chiaramente che la via dell’autentico sviluppo della persona umana passa per questa costante fedeltà alla coscienza mantenuta nella rettitudine e nella verità ».137 È da condannare come grave lesione dei diritti umani ogni tentativo di delegittimare il ricorso all’obiezione di coscienza non solo mediante sanzioni penali, ma anche con ripercussioni « sul piano legale, disciplinare, economico e professionale ».138
60. Oltre che segno di fedeltà professionale, l’obiezione di coscienza dell’operatore sanitario, autentica- mente motivata, ha l’alto significato di denuncia sociale di una ingiustizia legale perpetrata contro la vita innocente e indifesa.
61. La gravità del peccato d’aborto139 e la facilità con cui lo si compie, con il favore della legge e della mentalità corrente, inducono la Chiesa a comminare la pena della scomunica al cristiano che lo provoca o formalmente vi coopera: « Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae ».140
La scomunica ha un significato essenzialmente preventivo e pedagogico. È un richiamo forte della Chiesa, mirante a scuotere l’insensibilità delle coscienze, a dissuadere da un atto assolutamente incompatibile con le esigenze del Vangelo e a suscitare la fedeltà senza riserve alla vita. Non si può essere nella comunione ecclesiale e disattendere con l’aborto il vangelo della vita. La tutela e l’accoglienza della vita nascente è una testimonianza decisiva e credibile, che il cristiano deve dare in ogni situazione.
62. Verso i feti abortiti gli operatori sanitari hanno degli obblighi particolari. Il feto abortito, se ancora vivente, nei limiti del possibile, deve essere battezzato.141 Al feto abortito, e già morto, è dovuto il rispetto proprio del cadavere umano e nei limiti del possibile gli va quindi data adeguata sepoltura.142
Tutela del diritto alla vita
63. Il diritto alla vita è il diritto a vivere con dignità umana,143 cioè ad essere garantiti e tutelati in questo bene fondamentale, originario e insopprimibile che è radice e condizione di ogni altro bene-diritto della 144
« Titolare di tale diritto è l’essere umano in ogni fase del suo sviluppo, dal concepimento fino alla morte naturale, e in ogni sua condizione, sia di salute o di malattia, di disabilità, di ricchezza o di miseria ».145
64. Il diritto alla vita interpella l’operatore sanitario da una duplice prospettiva. Anzitutto, egli non si attribuisce sulla vita da curare un diritto-potere che non ha né lui né lo stesso paziente, e che perciò non gli può essere da questo conferito.146
Il diritto di disporre della propria vita non è asso- luto: « Nessun uomo può scegliere arbitrariamente di vivere o di morire; di tale scelta, infatti, è padrone assoluto soltanto il Creatore, colui nel quale “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17, 28) ».147
65. In secondo luogo, l’operatore sanitario si fa attivamente garante di questo diritto: « Finalità intrinseca » della sua professione è « l’affermazione del diritto dell’uomo alla sua vita e alla sua dignità ».148 Egli l’adempie assumendo il corrispettivo dovere della tutela preventiva e terapeutica della salute149 e del migliora-mento, negli ambiti e con i mezzi a lui pertinenti, della qualità della vita delle persone e dell’ambiente vitale. Nel suo impegno lo guida e lo sostiene la legge dell’a- more, di cui è sorgente e modello il Figlio di Dio fatto uomo, che morendo ha dato la vita al mondo.150
66. Il diritto fondamentale e primario di ogni uomo alla vita, che si particolarizza come diritto alla tutela della salute, subordina i diritti sindacali degli operatori sanitari.
Ciò implica che ogni giusta rivendicazione da par- te dei lavoratori della sanità deve svolgersi nella salvaguardia del diritto del malato alle cure dovute, in ragione della loro indispensabilità. Pertanto, in caso di sciopero, devono essere assicurati – anche attraverso apposite misure legali i servizi medico ospedalieri essenziali e urgenti alla tutela della salute.