Pronunciamento non magisteriale
Documento Dicasteriale
Dipendenze
121. La dipendenza, sotto il profilo medico-sanitario, è una condizione di assuefazione a una sostanza o a un prodotto – come farmaci, alcool, stupefacenti, tabacco di cui l’individuo avverte un incoercibile bisogno, e la cui privazione può causare turbe psicofisiche.
Il fenomeno delle dipendenze costituisce nelle nostre società una preoccupante e, per certi aspetti, drammatica realtà. Esso è da mettere in relazione, per un verso, con la crisi di valori e di senso di cui soffre la società e la cultura odierna,241 per altro verso, con lo stress e le frustrazioni ingenerate dall’efficientismo, dall’attivismo e dalla elevata competitività e anonimia delle interazioni sociali.
I mali causati dalle dipendenze e la loro cura non sono di pertinenza esclusiva della medicina. A questa comunque compete un approccio preventivo e terapeutico proprio.
Tossicodipendenza
122. La tossicodipendenza può essere espressione dello smarrimento del senso e del valore della vita, al punto da metterla a repentaglio: molti casi di morte per overdose costituiscono veri e propri suicidi.
123. Sotto il profilo morale, « drogarsi è sempre il- lecito, perché comporta una rinuncia ingiustificata ed irrazionale a pensare, volere a agire come persone libere ».242 Il giudizio di illiceità dell’utilizzo delle droghe non è un giudizio di condanna della Questi vive la propria condizione come una pesante schiavitù.243 La via del recupero non può essere né quella della colpevolizzazione morale né quella della repressione legale, ma deve far leva piuttosto sulla riacquisizione dei valori che, senza nascondere le eventuali colpe del drogato, ne favorisca la liberazione in ordine alla reintegrazione familiare e sociale. Ciò significa che la disintossicazione è più che un trattamento medico: è un intervento integralmente umano.244
La droga è contro la vita. « Non si può parla- re della “libertà di drogarsi” né del “diritto alla droga”, perché l’essere umano non ha il diritto di danneggiare se stesso e non può né deve mai abdicare alla dignità personale che gli viene da Dio »,245 e meno ancora ha il diritto di far pagare ad altri la sua scelta.
Alcoolismo
124. Anche l’alcool può avere effetti dannosi per la salute. Infatti, la sua assunzione eccessiva tende a pro- durre l’alcoolismo, espressione della dipendenza indotta dal suo uso continuo e a dosi sempre più elevate. L’abuso e la dipendenza da alcool disattendono il dovere morale di custodire e preservare la salute, e con essa la vita. Entrambi, infatti, producono effetti altamente nocivi per la salute fisica, psichica e spirituale della persona. Inoltre, l’alcoolismo può assumere anche una connotazione sociale in quanto frequentemente è causa di incidenti stradali e sul lavoro, violenza familiare e può avere conseguenze sulla discendenza. In talune nazioni e regioni l’alcolismo è ampiamente diffuso, costituendo una vera piaga sociale. Preoccupa in particolar modo l’espansione del consumo di alcool tra le donne, i giovani, e in età sempre più precoce, con effetti destabilizzanti sulla loro crescita.246
Questa piaga sociale deve indurre i responsabili delle attività e delle politiche sanitarie e gli stessi opera- tori sanitari a favorire strutture di disintossicazione e di cura e strategie di prevenzione, con attenzione privilegiata ai più L’alcoolista è un malato bisognoso di cure mediche ed insieme dell’aiuto sul piano della solidarietà e della psicoterapia. Nei suoi confronti vanno messe in atto azioni di recupero integralmente umane.
Tabagismo
125. Le ricerche mediche hanno ormai accertato gli esiti nocivi del fumo di tabacco per la salute. Esso nuoce alla salute di chi fuma (fumo attivo), ma anche di chi respira fumo altrui (fumo passivo). Il tabacco è oggi tra le prime cause di morte nel mondo. Perciò stesso, l’uso del tabacco pone ineludibili interrogativi morali.
La diffusione del fumo è in crescita espansiva tra i giovani e i ragazzi, come pure nel mondo femminile. In particolare gli adolescenti sono maggiormente esposti alla dipendenza e agli effetti fisicamente e psicologicamente nocivi del tabacco. Questo dato non può lasciare indifferenti i responsabili delle politiche sanitarie e gli stessi operatori sanitari. Ad essi ciascuno nel proprio campo di azione compete un’opera di prevenzione e di dissuasione, attraverso un’azione educativa idonea e mirata.
Psicofarmaci
126. Gli psicofarmaci costituiscono una categoria speciale di farmaci, volti a lenire in determinati casi sofferenze fisiche e/o psichiche. Il ricorso su indicazione medica a tali sostanze psicotrope deve attenersi a criteri di grande prudenza, per evitare pericolose forme di assuefazione e di dipendenza.« Compito delle autorità sanitarie, dei medici, dei responsabili dei centri di ricerca, è quello di adoperarsi per ridurre al minimo questi rischi mediante adeguate misure di prevenzione e di informazione ».247
127. Somministrati con finalità terapeutica e nel dovuto rispetto della persona, gli psicofarmaci sono eticamente Valgono per essi le condizione generali di liceità dell’intervento curativo.
In particolare, laddove possibile va richiesto il consenso informato, tenuto conto delle capacità decisionali del malato. Come pure va rispettato il principio di proporzionalità terapeutica nella loro scelta e somministrazione, sulla base di un’accurata eziologia dei sintomi o dei motivi che inducono il ricorso a tali farmaci.248
128. È moralmente illecito l’uso non terapeutico e l’abuso di psicofarmaci finalizzato al potenziamento di particolari prestazioni o a procurare una serenità artificiale ed euforizzante. In tale modo, viene alterata l’esperienza umana, falsificando i risultati nei quali il soggetto realizza se stesso, mettendo a repentaglio la sua identità personale e la sua autenticità, favorendo una cultura Per questo uso inappropriato e abuso, gli psicofarmaci sono equiparabili all’assunzione di droghe, sicché valgono per essi i giudizi etici già formulati in merito alle tossico dipendenze.
Particolare attenzione deve essere riservata al facile riscorso a psicofarmaci in età pediatrica.
Psicologia e psicoterapia
129. È dimostrato che in ogni patologia la componente psicologica ha un ruolo più o meno rilevante, sia come concausa sia come risvolto sul vissuto personale. Di ciò si occupa la medicina psicosomatica, che sostiene anche il valore terapeutico della relazione personale tra l’operatore sanitario e il paziente.249
L’operatore sanitario deve curare i rapporti con il paziente in modo tale che la professionalità e la competenza siano rese più efficaci dalla capacità di comprendere il malato. Tale approccio, sostenuto da una visione integralmente umana della malattia e avvalorato dalla fede,250 s’iscrive in questa efficacia terapeutica.
130. Disagi e malattie d’ordine psichico possono es- sere affrontati e curati con la psicoterapia. Si deve tener conto che ogni forma di psicoterapia ha una propria visione antropologica, formula ipotesi sull’origine dei disturbi di ordine psichico, propone al paziente tanto il proprio modello teorico quanto una terapia che normalmente richiede cambiamenti del comportamento e, in certi casi, del sistema dei valori. La psicoterapia può, quindi, toccare la personalità del paziente e provocarne un cambiamento.
La condizione di dipendenza del paziente dal terapeuta e la speranza di miglioramento o di guarigione lo espongono al rischio di accettare principi in contrasto con il suo sistema di valori. È necessario, quindi, che la terapia sia compatibile con l’antropologia cristiana ed, eventualmente, esser integrata da una assistenza di tipo religioso, dato che disturbi psichici possono avere un’origine anche spirituale: « Le nuove forme di schiavitù della droga e la disperazione in cui cadono tante persone trovano una spiegazione non solo sociologica e psicologica, ma essenzialmente spirituale. Il vuoto in cui l’anima si sente abbandonata, pur in presenza di tan- te terapie per il corpo e per la psiche, produce sofferenza. Non ci sono sviluppo plenario e bene comune universale senza il bene spirituale e morale delle persone, considerate nella loro interezza di anima e corpo ».251
131. Come intervento curativo la psicoterapia è moralmente da accettare,252 nel rispetto della persona del paziente e delle sue convinzioni spirituali e religiose.
Tale rispetto obbliga lo psicoterapeuta a operare nei limiti del consenso informato richiesto e dato dal paziente. « Come è illecito appropriarsi dei beni di un altro o attentare alla sua integrità corporale senza il suo consenso, così non è permesso entrare contro la sua volontà nel suo mondo interiore, quali che siano le tecniche e i metodi impiegati ».253 Lo stesso rispetto obbliga a non influenzare e forzare la volontà del paziente.
132. Sotto il profilo morale le psicoterapie sono in linea generale accettabili purché gestite da psicoterapeuti guidati da un alto senso etico e professionale. Tuttavia, sulla base del principio della inviolabile dignità della persona, si sottolinea che alcune modalità terapeutiche, ad esempio, un uso non corretto dell’ipnosi, potrebbero non essere moralmente accettabili se non addirittura pericolose per l’integrità del soggetto e della sua famiglia.