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Pronunciamento non magisteriale

16 Febbraio 2017

Documento Dicasteriale

Cura pastorale e sacramento dell’Unzione degli infermi

135. La cura pastorale degli infermi consiste nell’assistenza spirituale e religiosa. Essa è un diritto fondamentale del malato e un dovere della Chiesa (cfr. Mt 10, 8; Lc 9, 2; 19, 9). Il non assicurarla, renderla discrezionale, non favorirla od ostacolarla è violazione di questo diritto.
Essa è compito essenziale e specifico, ma non esclusivo, dell’operatore di pastorale sanitaria. Per la necessaria interazione tra dimensione fisica, psichica e spirituale della persona e per dovere di testimonianza della propria fede, ogni operatore sanitario è tenuto a creare le condizioni affinché, a chi la chiede, sia espressamente sia implicitamente, venga assicurata l’assistenza religiosa.254
« In Gesù “Verbo della vita”, viene quindi annunciata e comunicata la vita divina ed eterna. Grazie a tale annuncio e a tale dono, la vita fisica e spirituale dell’uomo, anche nella sua fase terrena, acquista pienezza di valore e di significato: la vita divina ed eterna, infatti, è il fine a cui l’uomo che vive in questo mondo è orientato e chiamato ».255

136. L’assistenza religiosa comporta, all’interno delle strutture sanitarie, la destinazione di spazi appropriati e decorosi, e di strumenti idonei a svolgerla.
L’operatore sanitario deve mostrare piena disponibilità a favorire e ad accogliere la domanda di assistenza religiosa da parte del malato. Ove tale assistenza, per cause generali o occasionali, non possa essere svolta dall’operatore pastorale, dovrà, nei limiti possibili e consentiti, essere prestata direttamente dall’operatore sanitario, nel rispetto della libertà e della fede religiosa del paziente e nella consapevolezza che, assolvendo a tale compito, egli non deroga ai doveri dell’assistenza sanitaria propriamente detta.

137. L’assistenza religiosa ai malati s’iscrive nel quadro più ampio della pastorale della salute, ossia del- la presenza e dell’azione della Chiesa intesa a portare la Parola e la grazia del Signore a coloro che soffrono e ai familiari, agli operatori professionali e volontari che se ne prendono cura.
Nel ministero di quanti  sacerdoti, diaconi, religiosi e laici adeguatamente formati individualmente o comunitariamente si adoperano per la cura pastorale degli infermi, rivive la misericordia di Dio, che in Cristo si è chinato sulla sofferenza umana e si compie in modo singolare e privilegiato il compito di evangelizzazione, di santificazione e di carità affidato dal Signore alla Chiesa.256

Questo significa che la cura pastorale degli infermi ha nella catechesi, nella liturgia e nella carità i suoi momenti qualificanti. Si tratta rispettivamente di dare senso evangelico alla malattia, aiutando a scoprire il significato redentore della sofferenza vissuta in comunione con Cristo; di celebrare i sacramenti come i segni efficaci della grazia ricreatrice e vivificante di Dio; di testimoniare con la “diakonia” (il servizio) e la “koinonia” (la comunione) la forza terapeutica della carità.

138. Nella cura pastorale dei malati l’amore di Dio, pieno di verità e di grazia, si fa prossimo con un sacra- mento proprio e particolare: l’Unzione degli infermi.257 Amministrato ad ogni cristiano che versa in precarie condizioni di vita, questo sacramento è rimedio per il corpo e per lo spirito: sollievo e vigore per il malato nella integralità del suo essere corporeo-spirituale; luce che illumina il mistero della sofferenza e della morte, e speranza che apre al futuro di Dio il presente dell’uomo. « Tutto l’uomo ne riceve aiuto per la sua salvezza, si sente rinfrancato dalla fiducia in Dio e ottiene forze nuove contro le tentazioni del maligno e l’ansietà della morte ».258
Come ogni sacramento, anche l’Unzione degli infermi va preceduta da un’opportuna catechesi, così da rendere il destinatario soggetto consapevole e responsabile della grazia del sacramento.259

139. Ministro proprio dell’Unzione degli infermi è il sacerdote (vescovi e presbiteri),260 il quale provvede a conferirla a quei fedeli il cui stato di salute risulta seria- mente compromesso per vecchiaia, o grave malattia o in previsione di un serio intervento chirurgico.261 La celebrazione di Unzioni comunitarie può servire a superare pregiudizi negativi ed aiutare a valorizzare sia il significato di questo sacramento che il senso di solidarietà ecclesiale. L’Unzione è ripetibile se il malato, guarito dalla malattia per la quale l’ha ricevuta, cade in un’altra, o se nel corso della stessa malattia subisce un aggravamento.262 L’Unzione può essere conferita « per l’indebolimento accentuato delle loro forze, anche se non risulta no affetti da alcuna grave malattia ».263 Ove se ne presentino le condizioni, può essere conferita anche ai bambini « purché abbiano raggiunto un uso di ragione sufficiente ».264 Nel caso di ammalati in stato di incoscienza o senza l’uso della ragione o nel dubbio che non sia ancora sopraggiunta la morte, la si conferisca « se c’è motivo di ritenere che nel possesso delle loro facoltà essi stessi, come credenti, avrebbero chiesto l’Unzione ».265

Temi

Unzione degli Infermi