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E perciò Cristo rimprovera severamente Pietro, quando vuole fargli abbandonare i pensieri sulla sofferenza e sulla morte di Croce36. E quando, durante la cattura nel Getsemani, lo stesso Pietro tenta di difenderlo con la spada, Cristo gli dice: «Rimetti la spada nel fodero… Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?»37. Ed inoltre dice: «Non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?»38. Questa risposta – come altre che ritornano in diversi punti del Vangelo – mostra quanto profondamente Cristo fosse penetrato dal pensiero che già aveva espresso nel colloquio con Nicodemo: «Dio, infatti, ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna»39. Cristo s’incammina verso la propria sofferenza, consapevole della sua forza salvifica, va obbediente al Padre, ma prima di tutto è unito al Padre in quest’amore, col quale Egli ha amato il mondo e l’uomo nel mondo. E per questo San Paolo scriverà di Cristo: «Mi ha amato e ha dato se stesso per me»40.