SD18b

Cristo soffre volontariamente e soffre innocentemente. Accoglie con la sua sofferenza quell’interrogativo, che – posto molte volte dagli uomini – è stato espresso, in un certo senso, in modo radicale dal Libro di Giobbe. Cristo, tuttavia, non solo porta con sé la stessa domanda (e ciò in modo ancor più radicale, poiché egli non è solo un uomo come Giobbe, ma è l’unigenito Figlio di Dio), ma porta anche il massimo della possibile risposta a questo interrogativo. La risposta emerge, si può dire, dalla stessa materia, di cui è costituita la domanda. Cristo dà la risposta all’interrogativo sulla sofferenza e sul senso della sofferenza non soltanto col suo insegnamento, cioè con la Buona Novella, ma prima di tutto con la propria sofferenza, che con un tale insegnamento della Buona Novella è integrata in modo organico ed indissolubile. E questa è l’ultima, sintetica parola di questo insegnamento: «la parola della Croce», come dirà un giorno San Paolo44.