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Al Vangelo della sofferenza appartiene anche – ed in modo organico – la parabola del buon Samaritano. Mediante questa parabola Cristo volle dare risposta alla domanda: «chi è il mio prossimo?»90. Infatti, fra i tre passanti lungo la via da Gerusalemme a Gerico, dove giaceva per terra mezzo morto un uomo rapinato e ferito dai briganti, proprio il Samaritano dimostrò di essere davvero il «prossimo» per quell’infelice: «prossimo» significa anche colui che adempì il comandamento dell’amore del prossimo. Altri due uomini percorrevano la stessa strada: uno era sacerdote, e l’altro levita, ma ciascuno «lo vide e passò oltre». Invece, il Samaritano «lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, … gli fasciò le ferite», poi «lo portò a una locanda e si prese cura di lui»91. Ed all’atto di partire, affidò sollecitamente la cura dell’uomo sofferente all’albergatore, impegnandosi a sostenere le spese occorrenti.