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Chiudiamo le presenti considerazioni sulla sofferenza nell’anno nel quale la Chiesa vive il giubileo straordinario, collegato all’anniversario della redenzione.
Il mistero della redenzione del mondo è in modo sorprendente radicato nella sofferenza, e questa, a sua volta, trova in esso il suo supremo e più sicuro punto di riferimento.
Desideriamo vivere quest’Anno della Redenzione in speciale unione con tutti coloro che soffrono. Occorre, pertanto, che sotto la Croce del Calvario idealmente convengano tutti i sofferenti che credono in Cristo e, particolarmente, coloro che soffrono a causa della loro fede in lui Crocifisso e Risorto, affinché l’offerta delle loro sofferenze affretti il compimento della preghiera dello stesso Salvatore per l’unità di tutti102. Là pure convengano gli uomini di buona volontà, perché sulla Croce sta il «Redentore dell’uomo», l’Uomo dei dolori, che in sé ha assunto le sofferenze fisiche e morali degli uomini di tutti i tempi, affinché nell’amore possano trovare il senso salvifico del loro dolore e risposte valide a tutti i loro interrogativi.
Insieme con Maria, Madre di Cristo, che stava sotto la Croce103, ci fermiamo accanto a tutte le croci dell’uomo d’oggi.
Invochiamo tutti i Santi, che durante i secoli furono in special modo partecipi delle sofferenze di Cristo. Chiediamo loro di sostenerci.
E chiediamo a voi tutti, che soffrite, di sostenerci. Proprio a voi, che siete deboli, chiediamo che diventiate una sorgente di forza per la Chiesa e per l’umanità. Nel terribile combattimento tra le forze del bene e del male, di cui ci offre spettacolo il nostro mondo contemporaneo, vinca la vostra sofferenza in unione con la Croce di Cristo!
A tutti, Fratelli e Sorelle carissimi, invio la mia Apostolica Benedizione.
Dato a Roma, presso San Pietro, nella memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, l’11 febbraio dell’anno 1984, sesto di Pontificato.