UG(30/09/67)2a

Perché questa nostra compassione? Per il sentimento comune che rende sensibile chi ha cuore d’uomo verso il dolore dei suoi simili, e lo sollecita, per uno dei più nobili impulsi della natura umana, a dirsi ed a farsi solidali e pronti al soccorso dei mali altrui? Sì, certamente; noi, uomini come siamo, vogliamo essere partecipi a questa compassione filantropica, che fa gli uomini civili e stringe gli uni e gli altri nei vincoli sentimentali e morali di una sorte comune; vogliamo anzi onorare l’educazione e l’organizzazione, che la nostra società moderna, ripudiando certa rediviva spietata fierezza pagana verso i deboli e verso i sofferenti, va saggiamente promovendo. Ma dobbiamo aggiungere che noi, come seguaci di Cristo, e ministri della sua parola e della sua carità, abbiamo anche altri motivi per curvarci, con immensa riverenza e con vivissimo interesse, su quanti soffrono e piangono.